Anche se non siamo in presenza di un’emergenza meningite a livello nazionale, i recenti casi riportati con grande enfasi dai mass media hanno destato preoccupazione nella popolazione e portato la vigilanza al massimo livello. Conoscere i sintomi di questa malattia ci può aiutare a fare scelte più consapevoli. Cerchiamo allora di fare chiarezza sulla trasmissione della meningite e su come si previene il contagio.
Come riconoscere la meningite?
La meningite è un’infiammazione, acuta o cronica, delle meningi, ossia le membrane che, all’interno del cranio e del canale rachidiano, avvolgono l’encefalo e il midollo spinale. Il processo infiammatorio può essere causato da batteri, virus o funghi, che trovano nelle meningi un ambiente caldo e ricco di nutrienti, ma può essere provocato anche da farmaci, lesioni fisiche, malattie e tumori. La forma più comune, e anche meno pericolosa, è quella virale, detta “meningite asettica”, che di solito non presenta gravi complicanze e si risolve completamente entro due settimane. Il tempo di incubazione è di 3-6 giorni.
La meningite di origine batterica è quella più rara ma estremamente più pericolosa in quanto può avere conseguenze permanenti se non addirittura fatali, con un decorso fulminante. L’agente batterico responsabile della forma più temuta è il meningococco (Neisseria meningitidis), che alberga nelle prime vie respiratorie anche di portatori sani e asintomatici; altri batteri responsabili sono lo pneumococco (Streptococcus pneumoniae) e l’Hib (Haemophilus influenzae di tipo b), il più comune nei bambini sotti i 5 anni prima dell’introduzione del vaccino esavalente. Il tempo di incubazione è di 2-10 giorni.
Le forme fungine, diffuse soprattutto in Africa, colpiscono in genere i soggetti immunodepressi e sono causate da Cryptococcus neoformans, un fungo presente sia nel mondo animale che vegetale.
Il sintomo tipico e patognomonico della meningite è la rigidità del collo, accompagnata da cefalea febbrile. Questi sintomi possono essere assenti nel bambino, nel quale devono destare sospetto sintomi quali torpore, ridotta reattività, assenza di pianto, irritabilità e inappetentenza. Altri sintomi possono includere nausea, vomito, fotofobia (fastidio della luce), sonnolenza, coma e, nel 10-20% dei casi, morte.
Una complicanza tipica della meningite batterica è la sepsi, o setticemia, che può portare ad infezioni sistemiche con compromissione di molti organi. Altre complicanze sono encefaliti e mieliti, che portano a perdita dell’udito.
Trasmissione della meningite
La meningite è un’infezione che si trasmette da persona a persona attraverso le secrezioni respiratorie, ovvero per mezzo delle invisibili goccioline volatili che provengono dalla gola e dal naso e che possono essere immesse nell’aria quando il malato tossisce, parla, starnutisce oppure trasmesse con i baci. Le persone che stazionano vicino ad una persona infetta (entro due metri) rischiano quindi di contrarre la meningite, soprattutto se si tratta di bambini o soggetti immunodepressi. In altri casi, l’agente infettivo inalato può limitarsi a provocare infezioni delle vie respiratorie, otiti, bronchiti o polmoniti.
Occorre puntualizzare che raramente la meningite è trasmetta da persone malate (0,5%); più spesso è veicolata da portatori sani del batterio.
La meningite da meningococco può dare origine a focolai epidemici e richiede pertanto una profilassi antibiotica per chi è stato in contatto stretto con il malato, ovvero conviventi, colleghi, compagni di classe, personale sanitario e chi ha condiviso piatti, bicchieri, asciugamani, giocattoli, spazzolino da denti, ecc. L’infezione può essere trasmessa anche attraverso le feci, soprattutto dei più piccoli che non vengono abituati a lavarsi le mani dopo essere andati in bagno.
I fattori di rischio per la meningite sono la giovane età (i bambini sotto i 5 anni sono i soggetti più a rischio, ma le forme da meningococco colpiscono anche gli adolescenti e i giovani adulti), la permanenza in luoghi affollati (studenti, reclute, ecc.) e l’immunodepressione.
Prevenzione
Per prevenire il contagio della meningite si consiglia di rispettare alcune regole:
- evitare i luoghi affollati;
- lavarsi le mani con cura, soprattutto dopo essere andati in bagno;
- evitare il contatto stretto con i soggetti malati e non condividere cibo, bevande o stoviglie;
- seguire una profilassi antibiotica nel caso si venga in contatto con una persona colpita da meningite batterica, tranne nella forma da pneumococco.
La vaccinazione è lo strumento preventivo più efficace contro la meningite. Dagli anni novanta è ormai comune la vaccinazione contro l’Haemophilus influenzae b, prevista dal calendario vaccinale italiano, e quindi gratuita, entro il primo anno di vita, insieme al vaccino contro lo penumococco e il meningococco C, il più diffuso in Italia, che viene somministrato a 13 mesi. Agli adolescenti è consigliato il richiamo con il tipo tetravalente, che protegge dai sierogruppi A, C, W e Y. Il vaccino contro il meningococco B rientra fra quelli raccomandati entro il primo anno di età.
Non solo i bambini possono vaccinarsi: un target vaccinale molto importante è costituito dagli adulti tra i 20 e i 40 anni che frequentano luoghi affollati, viaggiano e sono a contatto con molte persone. Per gli anziani è invece consigliabile il vaccino per lo pneumococco, la cui offerta gratuita è stata allargata ai soggetti oltre i 65 anni di età.